Di Edoardo Russo

Appartengono allo stesso complex del famosissimo betta splendens, provengono da una zona molto circoscritta a sud ovest di Bangkok chiamata Samut-Sakhon, sul delta del grande fiume Chao Praya.

Stretto tra l’espansione della metropoli, il mare e le operazioni di bonifica di questa zona paludosa, il futuro di questa specie purtroppo appare tutt’altro che roseo!

Per questa ragione AIB la ha inserita da molti anni nel suo programma di mantenimento, e fin da subito si è rivelato come un pesce molto richiesto perchè splendido da osservare, facile da riprodurre, ed estremamente adattabile a diversi parametri dell’acqua. Io personalmente, infatti, lo considero come la migliore scelta iniziale per chi si affaccia all’allevamento di anabantidi wildform!

Nella sua zona di origine abita acque abbastanza chiare, mediamente dure e per buona parte dell’anno persino salmastre. La variabilità di queste condizioni lo rende un pesce estremamente rustico ed adattabile, nella maggior parte dei casi allevabile direttamente in acqua di rubinetto opportunamente trattata, al limite tagliandola con acqua di osmosi o oligominerale qualora la durezza carbonatica superasse i 10° tedeschi.

Io addirittura da ormai 5 anni lo allevo e riproduco senza problemi utilizzando la acqua del mio acquedotto, che è caratterizzata da valori di KH compresi tra 3 e 4 ° tedeschi, con pH = 7,5 e senza nessuna necessità di acidificanti e/o tannini in vasca.

In comune con gli altri membri dello splendens complex dà il meglio di sé in vasche scarsamente illuminate, o schermate con piante galleggianti, corrente debole o quasi nulla e colonna d’acqua non troppo alta. Si adatta anche a stare in vasche di comunità con coinquilini compatibili in termini di dimensioni, parametri d’acqua, zone di nuoto occupate. Io per esempio li tengo senza problemi con i corydoras paleatus.

Rispetto ai loro più famosi cugini, il livello di aggressività interspecifica è fortunatamente molto più basso. Con il giusto layout (vasche molto piantumate e ricche di nascondigli) è possibile mantenere assieme maschi e femmine e persino più maschi adulti nella stessa vasca senza rischiare menomazioni significative e decessi. Ovviamente i maschi dominanti assumeranno la loro spettacolare livrea metallizzata con colori verde/blu, mentre quelli sottomessi appariranno meno sgargianti e a volte tendenzialmente grigini.

Per tutte queste ragioni, in una vasca ben studiata e con una capienza di almeno 60 litri, è possibile pianificarne l’allevamento in colonia: ovvero partendo da una coppia riproduttiva è possibile lasciare gli esemplari permanentemente nella stessa vasca. La coppia si riprodurrà frequentemente con le classiche e spettacolari modalità dello splendens complex (nidi di bolle, abbracci, cure parentali paterne fino al raggiungimento del nuoto libero), ed i genitori normalmente non prederanno i loro piccoli, che possono tranquillamente essere lasciati in vasca. Senza separare gli esemplari sopravviverà un numero limitato di piccoli per ogni covata, i più robusti, a vantaggio della prosecuzione della specie.

Ci si troverà quindi ad un certo punto ad avere diversi esemplari in vasca, anche qualche decina, con dimensioni molto variabili, fino al momento in cui i primi nati raggiungeranno una taglia di 2-3 cm iniziando, loro sì, a predare a volte i fratelli minori. A questo punto la dimensione della colonia si manterrà grosso modo stabile, i pochi sopravvissuti delle ultime riproduzione bilanceranno la morte naturale degli esemplari più anziani, garantendo un continuo rinnovo in vasca.

Alcuni consigli che mi sento di dare a chi vorrà cimentarsi nell’allevamento di questa bellissima specie:

  • Non eccedere con il cibo: mangiano di tutto e ne mangerebbero senza sosta. Da quando ho inserito due giornate di digiuno a settimana e ho ridotto il quantitativo di cibo ho riscontrato molti meno problemi di galleggiamento nei piccoli e di corrosione delle pinne negli adulti.
  • Rispettare un minimo di stagionalità nelle temperature: nei mesi invernali tengo le vasche più fredde, per dare un periodo di riposo ai maschi riproduttivi. Con le temperature estive si può arrivare ad avere riproduzioni anche ogni 10 giorni! E’ comunque importante non scendere sotto i 20°C, perchè ho riscontrato che a temperature inferiori le difese immunitarie scadono sensibilmente.
  • Essere pronti a gestire la estrema variabilità caratteriale del singolo esemplare. In questi 5 anni ho allevato degli incredibili smargiassi, che ho più volte dovuto raccogliere dal pavimento perchè mi saltavano addosso appena aperto il coperchio, ed anche dei gran timidoni, talmente scarsi nella competizione alimentare che per nutrirli utilizzavo le pinzette.

Ma quest’ultima caratteristica a me personalmente piace tantissimo: infatti grazie a questa variabilità li allevo da 5 anni e sono ben lontano dallo stancarmi!