Scheda di allevamento a cura di Davide Marino

Famiglia: Channidae
Nome scientifico: Channa orientalis
Distribuzione: endemico della Kottawa Forest in Sri Lanka
Dimensioni: 10-12 cm max
Vita media: 10 anni Circa.
Chimica acqua: t’ 20-28 max, pH 5-7,5 , tds >180

si tratta di una delle più piccole channa del genere con circa 10 centimetri di lunghezza negli esemplari
adulti.
Una volta maturi entrambi i sessi, osserveremo nel maschio un profilo slanciato ed allungato, con pinna
dorsale ampia e , generalmente una livrea dai toni parecchio accesi , con una bella orlatura arancio della
pinna dorsale e caudale , inoltre la livrea del corpo assumerà durante il periodo di riproduzione , una
colorazione scura molto più marcata che nella femmina.
La femmina tende ad essere più larga e massiccia rispetto al maschio, oltre ad aver una pinna dorsale meno vistosa, ma non per questo meno colorato rispetto al maschio.
Come carattere ulteriore per riconoscere i sessi, potremmo osservarli dall’ alto per osservare la forma della loro testa.
Nel maschio avrà forma squadrata tozza e parecchio larga lateralmente, essendo incubatori orali paterni, e quindi dovendo ospitare uova e avannotti nel cavo orale per parecchi giorni durante lo sviluppo della prole.
La femmina invece possiede una testa più oblunga ad ‘ U’ non prendendo mai parte all’incubazione dei
piccoli.
*queste caratteristiche di forma del capo degli animali, sono generalmente condivise da molte altre specie
di channa dato che molte specie di incubatori orali paterni sono presenti in questa famiglia di pesci.

Come misure di base per questa ed altre specie di “channa dwarf”, non scenderei sotto i 100×40 di base,
l’altezza ha scarsa importanza, ma potendone disporre in buona misura potremo ricreare una zona emersa.
Il fondo può essere un misto di sabbia o ghiaia a grana fine, o direttamente sabbia dove vedremo i nostri
beniamini cercare il cibo congelato o secco anche per ore con le loro sviluppatissime narici.
Come layout sarà bene disporre diverse radici intricate tali da formare ripari e barriere visive, oltre a
qualche sasso di natura sferica, per creare ulteriori ripari sul fondo, o botanical o lettiera di foglie per
rendere il tutto più naturale e creare spot di osservazione quando i nostri pesci faranno capolino tra le
foglie.
Possono essere utilizzate anche cortecce di sughero, particolarmente apprezzate tanto da esser usate da
molti incubatori orali, come rifugio sicuro e riparato da occhio indiscreti.
Una buona vegetazione semplice e robusta ci garantirà inoltre altri ripari e barriere visive tra gli esemplari,
tra le specie che coltivo nelle vasche dove ospito channa utilizzo con successo:, Microsorum sp. ,
Hydrocotyle sp., Pogostemon octopus, Hygrophyla sp., Vallisneria sp, Nymphaea lotus zenkeri, Rotala sp.,
Ceratophyllum demersum, Najas guadalupensis, Egeria densa, nonché piante galleggianti (molto apprezzate per schermare la luce diretta ) e muschi acquatici da far crescere su legni e radici.
La vasca andrà chiusa ERMETICAMENTE! In quanto le channa sono maestri della fuga, e pur lasciando
piccoli spiragli nel coperchio daremo loro possibilità di evadere, e sull’argomento potrei raccontare diverse esperienze di evasione una più esilarante dell’altra.
Per quanto riguarda la zona emersa, se disponessimo appunto di una vasca particolarmente alta sarebbe
sicuramente un valore aggiunto all’osservazione che potremmo fare dei nostri pesci che, una volta
introdotti invertebrati come grilli, drosophile o mosche, vedremo cacciarli con formidabili balzi fuori
dall’acqua braccando le loro vispe prede.

Come tecnica utilizzo sia filtri interni che esterni, ben caricati a biologico e meccanico, non mi
sentirei di consigliare vasche senza filtro soprattutto con specie irruente perché, se dovessero esserci
dispute particolarmente cruente tra i nostri soggetti in nostra mancanza, renderebbero la vasca un vero
orrore, quindi l’aiuto di un buon filtro, data anche la corposa alimentazione data da invertebrati vivi è
sicuramente la via migliore.
Essendo di origine tropicale non scenderei sotto i 20°-22° gradi soprattutto con giovani esemplari, quindi
da mettere in conto l’aggiunta di un termoriscaldatore in vasca.

per quanto riguarda l’alimentazione, dovrà essere ben varia e alternata per aver pesci sani e non sovralimentati. Quindi, per quanto riguarda i baby o giovani esemplari potremmo alimentarli 5-6 volte a settimana, sempre senza esagerare, mentre gli adulti potranno essere alimentati anche solo 2-3 volte a settimana.
Essendo Channa orientalis una specie tropicale non abbisogna di periodo di brum. Tuttavia, se le nostre
temperature casalinghe non faranno scendere la temperature sotto i 20° in vasca, potremmo alimentare gli adulti l’inverno anche solo 1 volta a settimana.
Di seguito una lista dei cibi da offrire: grilli, blatte, tarme della farina (con parsimonia molto chitinose)
lombrichi, onischi (ottimi ricchi di calcio), mosche, drosophile, enchitrei, daphnie, artemie, chironomus,
gamberi, pellet per pesci carnivori, eventuali surplus di caridine (magari non dennerli ).

Una volta pronta la vasca e fatta maturare a dovere, inseriremo i nostri esemplari giovani, in modo tale da
goderci i loro comportamenti gerarchici. Sono pesci piuttosto sociali, sino alla formazione della coppia.
Un buon numero per cominciare potrebbe essere 6-8 soggetti per una vasca di misure minime (100×40), dai quali poi selezioneremo almeno una coppia.
Caratterialmente Channa orientalis sono parecchio tranquille, l’importante è tener sotto controllo la
crescita degli esemplari, per non arrivar ad aver disparità di taglia evidenti.
Generalmente le vedremo nuotare tranquillamente per la vasca, con comportamenti di curiosità per
l’ambiente che le circonda come per esempio sollevare una foglia dal fondale, o frugare tra la sabbia alla
ricerca di qualche avanzo di cibo.
Molto spesso le vedremo prendere delle boccate d’aria in superficie avendo un organo sub-branchiale che consente loro di respirare ossigeno atmosferico.
Generalmente le dispute di questi animali non sono mai fatali fino alla formazione della coppia e sono solo esibizioni di forza tra gli esemplari per stabilire la gerarchia all’interno del gruppo.
Potremo per esempio osservare due esemplari inarcare la schiena dondolando l’un di fianco all’altro per
poi sferrare un morso e far fuggire l’avversario, oppure con un movimento della testa a scatto (simile all’
“head bobbing” dei rettili) incutere timore negli altri soggetti per farli defilare.

Una volta arrivati in taglia e formatasi una coppia, osserveremo se saremo fortunati, il tipico abbraccio
nuziale di molti anabantoidi, che consiste in un avviluppamento di maschio e femmina al termine del quale le uova fertili della femmina verranno poi raccolte dal maschio.
Da quel punto in poi, la femmina percepirà la presenza degli altri esemplari in vasca come una minaccia e
quindi cercherà di scacciare gli altri esemplari con fare vigoroso e talvolta mortale.
A quel punto, attendo sempre che nel nido scelto dal maschio facciano capolino gli avannotti, in modo tale da togliere gli esemplari in esubero dalla vasca e lasciare i riproduttori in pace con i propri piccoli.
Gli avannotti rilasciati dal cavo orale del maschio, tendono a rimanere per i primi giorni non lontani dal
nido, ripresi in bocca dal padre qualora dovesse avvertire una minaccia, come per esempio la nostra mano che cerca di pulire il vetro dalla coltre di alghe per poter filmare e riprende il tutto.
La femmina poi attuerà un comportamento molto interessante noto nel complex Gachua , detto “feeding
eggs”, ciò consiste nella produzione di uova non fertili da parte della femmina che fonrirà ai propri piccoli girando su se stessa. Questo comportamento servirà per sostentare i piccoli nelle prime settimane, oltre a
questo potremmo alimentarli con cibo vivo, cercando sempre di alternare per variare la dieta.
Generalmente raggiunta la taglia sui 4-5 cm allontano i piccoli dalla vasca, pronti per poter essere ospitati e scrivere una nuova storia del capitolo “Channa” in un nuovo acquario.